Formazione

(ultimo aggiornamento 18/10/2011)

All'età di circa 10 anni sono entrato nel mondo dei computer e ho iniziato a seguire i primi corsi di programmazione che iniziavano ad apparire nelle edicole. Avevo capito subito che quella sarebbe stata la mia vocazione.

Mi sono diplomato nel 1993 come perito industriale informatico. Alle scuole superiori sono stato molto fortunato, ho avuto insegnati capaci e brillanti in tutte le materie importanti (matematica, elettronica, informatica e sistemi).
In informatica in particolare il professore faceva acquistare alla biblioteca scolastica molti libri d'avanguardia sulla programmazione ad oggetti. La programmazione ad oggetti mi affascinava tantissimo e ne ho divorati diversi. Il fatto che fossero in lingua originale ha consentito il decollo nelle mie capacità di comprendere l'inglese tecnico.
Per il diploma ho preparato diverse tesi sperimentali, un programma in object Pascal con interfaccia Windows e una board con microprocessore Z80 (acquisizione dati mediante DMA).
Sono stato eletto per 2 anni consecutivi rappresentante degli studenti in consiglio d'istituto. Fantastica esperienza umana per un giovanotto che si ritrova a dover parlare di fronte a 600 studenti, negare occupazioni o autogestioni inutili, affrontare le prime beghe organizzative delle gite scolastiche, affrontare organi autorevoli come il consiglio di istituto.

L'ambiente universitario non mi è mai piaciuto molto, per necessità finanziaria ed intellettuale lavoravo gia' da subito con cio' che mi appassionava e alla fine ho deciso senza rimpianti di scommettere sulla mia passione, sulle mie idee e sulla capacità di fare. Tra l'altro all'università oltre che passare in maniera brillantissima i test di ingresso in epoche di sovraffollamento (dove la mia rapidità mentale mi consentiva di piazzarmi sempre nel primo 3% dei punteggi tra i candidati) passavo gli esoneri dove non studiavo e non passavo in quelli dove studiavo. Nelle esercitazione di laboratorio ogni mia proposta di risolvere il compito con tecniche "diverse" e più efficienti veniva affossata piuttosto che promossa con entusiasmo. In quell'ambiente c'era decisamente qualcosa che non andava...

Di fatto la mia formazione professionale si è svolta sul campo, ma dire che ciò sia accaduto sul "lavoro" è fortemente riduttivo. Io non sono mai stato il tipo di lavoratore che alle 17 si trova "ai blocchi di partenza" davanti alla porta d'uscita. Lavorando in un'ambiente flessibile che promuoveva le idee e lo sviluppo personale mi sono  impegnato, scontrato con i problemi, studiato, sui libri, su internet, messo in pratica cose. Non so veramente dirvi quante notti ho passato in ufficio. Sul lavoro, inteso in questo modo, ho veramente sacrificato i miei anni di giovinezza.
Il sacrificio però non è stato spiacevole, perchè tendeva a soddisfare la mia curiosità innata, e non è stato nemmeno vano. Se oggi spesso mi ritrovo ad interpretare le cose tecniche in maniera rapidissima lo devo all'impegno di comprensione speso allora.

In questa formazione si potrebbe eccepire che mancano "titoli". Nella mia vita professionale spesso mi sono "misurato" con chi i titoli ce li ha, quindi vi invito a mettermi alla prova.


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